UNA SUORA CATTOLICA EX SATANISTA RACCONTA I DETTAGLI DEI RITI DI HALLOWEEN

Scrive "Michela", ex satanista ora suora consacrata dopo numerosissimi esorcismi e un viaggio decisivo a Medjugorje:


"Tra fine ottobre e inizio novembre, ossia nelle notti recedenti Halloween (31 ottobre) e la memoria dei Defunti (2 novembre), c'era poi l'unico appuntamento in un cimitero, dove profanavamo delle tombe e ne ru­bavamo le ossa, facendo uno specifico rituale che alla fi­ne le distruggeva.
Qualche volta mi è anche capitato di partecipare a un rito in una struttura che sembrava una piccola chiesa. Recentemente ne ho avuto una spiegazione, leggendo la denuncia dell'esperto padre Francesco Bamonte: «Nel corso delle vendite di varie cappelle non più utilizzate per il culto, è accaduto che qualcuna di esse sia stata acquistata proprio da individui che, nascondendo la loro appartenenza a gruppi di satanisti, le hanno poi utilizzate (e utilizzano tutt'ora!) per i loro riti nefandi».

Un "anno liturgico" al contrario

"Dopo la conversione mi ha colpito quanto i satanisti conoscessero tutte le feste della Chiesa e come fossero riusciti a elaborare dei riti che si ponevano in diretta ed evidente opposizione alla liturgia cattolica. Il primo esempio è ovviamente la messa nera, che veniva celebrata in tutti gli appuntamenti e che si concludeva sempre con il sacrilegio dell'ostia consacrata. In contrapposizione alla sacralità dell'altare ecclesiastico, noi "consacravamo" il luogo della cerimonia disegnando, dinanzi all'altare, il «pentacolo»: la stella a cinque punte contornata dal cerchio. Il simbolo veniva realizzato spargendo per terra una polvere di colore nero o rosso. I riti si svolgevano ogni sabato, per dissacrare la domenica, ma anche nelle vigilie di numerose feste cattoliche. 

Numerose feste di santi erano momenti fortissimi della nostra anti-liturgia, come accadeva per esempio nella vigilia dei santi Pietro e Paolo e in quelle degli altri apostoli. Particolare accanimento c'era nelle vigilie di quelli che in vita erano stati più attivi nella lotta contro il demonio. Gemma Galgani si trovava in primissima posizione, e insieme con lei veniva attaccata anche la Congregazione passionista. Lo stesso accadeva con Francesco d'Assisi e la Famiglia francescana e con Benedetto da Norcia e la Famiglia benedettina. Quest'ultimo santo era odiato specificamente a motivo della nota medaglia-croce a luiintitolata, che porta incise alcune sigle esorcistiche: N.D.S.M.D. {Non draco sit mihi dux - Non sia il demonio il mio capo); V.R.S.N.S.M. V. (Vade retro, Satana; numquam suade mihi vana - Allontanati, Satana; non mi indurre in cose vane); S.M.Q.L.I.V.B. (Sunt moia quaelibas; ipsevenena bi-has - Sono cattive le tue bevande; bevi tu stesso i tuoi veleni). Secondo la tradizione devozionale, tramandata nei testi benedettini, la medaglia-croce «scaccia dai corpi umani ogni malefìcio, legatura e qualunque opera diabolica; in qualsivoglia luogo dove è collocata non vi si può accostare persona malefica; rende sicuri gli uomini vessati dall'astuzia e malizia del demonio; è un'arma potentissima contro ogni tentazione, principalmente per conservarsi la purezza del cuore e della mente». I santi venivano osteggiati in quanto erano persone che avevano suscitato avversione in Satana. Insieme con loro si attaccavano anche i devoti. Un esempio è padre Pio, che alla metà degli anni Novanta non era ancora beato (lo sarà nel 1999, e santo nel 2002). Contro di lui si diceva di tutto: si potrebbe affermare che i satanisti lo avevano canonizzato prima dei cattolici, o comunque erano convinti in anticipo della sua santità, ben prima che venisse proclamata ufficialmente dalla Chiesa. C'era inoltre una precisa ritualità contro i suoi «figli spirituali» e contro tutti i suoi devoti, associati ai Gruppi di preghiera: venivano proprio fatte delle maledizioni su di loro e queste espressioni di maledizione potevano durare n'oretta, all'interno della messa nera.

Le "litanie" delle maledizioni

" [...] Al centro di questa particolare attenzione c'erano diversi esorcisti, di cui il Sacerdote di Satana ha l'elenco e le fotografie: l'allora arcivescovo Emmanuel Milingo, il vescovo Andrea Gemma, il defunto padre Candido Amantini, don Gabriele Amorth, padre Matteo La Grua. Ce n'erano altri ancora, dei quali non ricordo più i nomi. Era come una litania dei santi al contrario. Si proclamavano i loro nomi e si lanciavano maledizioni: «Che tu non possa più esercitare», «Che ti colga una malattia mortale»... Insomma "gliele tiravamo", come si dice a Roma! Per ciascuno di loro il Sacerdote prendeva la foto, la mostrava al semicerchio di  adepti e la bruciava nel braciere, guardandola con attenzione. Allo stesso modo venivano trattati i fuoriusciti, quelli che avevano abbandonato la setta. I loro nomi venivano maledetti e io stessa oggi posso testimoniare che qualche effetto si manifesta. La costanza e la fedeltà che gli adepti hanno nella persecuzione degli "ex" sono inesauribili. Ci sono due-tre momenti l'anno un po' più intensi in cui passo delle nottate "animate". Per esempio ho la sensazione che gli ossicini del corpo mi si rompano a uno a uno, come se qualcuno me li spezzasse. Oppure c'è qualche mobile che si sposta da una parte all'altra. E allora mi dico che a me piace ogni tanto modificare la disposizione
dell'arredamento e dunque l'Eterno Padre permette che ciò accada, così da evitare che lo
faccia io col rischio di beccarmi il mal di schiena...

Non venivano risparmiate nemmeno le vittime delle cosiddette "stragi del sabato sera". A un certo punto della messa nera c'era un confratello che passava al Sacerdote una lista con i nomi delle persone che erano morte in tutta Italia a causa di incidenti stradali nel sabato precedente. Lui le leggeva e a ogni nome c'era un boato da parte nostra. Sembrerà assurdo, ma noi sentivamo un moto d'orgoglio, perché consideravamo quei giovani - dei quali la maggior parte era morta sotto l'effetto di droga come dannati, in quanto ci sembrava difficile che la loro anima fosse andata in paradiso. Per i satanisti sono infatti seguaci impliciti del demonio anche tutti quelli che decidono volontariamente di distruggersi mediante la droga, oppure quelli che mercificano il proprio corpo attraverso i rapporti sessuali. Ogni sabato notte consacravamo in modo indiretto tutti costoro e in particolare offrivamo a Satana i giovani che sarebbero morti durante quelle ore. Era insomma come un rituale in due tempi. Nella prima parte venivano proclamati i nomi di quelli morti il sabato sera precedente. Si sentivano cognomi di regioni diverse, mediamente da tre-quattro fino a una decina, e non c'è mai stata una circostanza nella quale non ci fosse almeno un nome. Nella seconda parte venivano invece consacrate tutte le persone che sarebbero morte quella notte dopo la discoteca, sotto l'effetto di droga e alcol. Non si trattava di una maledizione generica, ma di una vera e propria sequenza specifica. A ripensarci oggi, mi risulta sconvolgente che - come i cattolici affidano le anime dei morenti a Dio - così noi affidavamo quelle anime a Satana."

Fonte esatta: (estratto dal libro autobiografico) "MICHELA,FUGGITA DA SATANA. La mia lotta per scappare dall'Inferno" Edizioni  PIEMME (Una storia vera) -  iosonoamore.altervista.org/halloween/

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Vi riporto un articolo molto interessante in cui Marija ( Veggente di Medjugorie) ci parla un pò


Sono veramente molto grata a Dio perché la Madonna è con noi e perché ci appare ogni giorno. Molti si pongono spesso dei problemi per il fatto che la Madonna è apparsa ogni giorno per così tanti anni. Per me, invece, è una grande gioia e non un problema e prego Dio con queste parole: “Signore, concedici che resti così per altri 21 anni” perché vedo quale grande grazia si riversa su di noi per mezzo delle parole e della presenza della Madonna, anche se spesso non La ascoltiamo e non trasferiamo nella vita ciò a cui Ella continuamente ci invita: convertitevi, pregate, scegliete la santità! E’ difficile convertirsi, pregare, ma la Madonna non si è mai stancata di ripeterci queste parole. D’altro canto vedo anche un grande amore di Madre verso tutta l’umanità che è senza Dio, a cui vuole donare il Suo Figlio. Per questo ci dice ininterrottamente che Dio deve essere al centro della nostra vita. Così rendiamo onore e grazie a Dio per tutto ciò che Egli fa in noi e per mezzo di noi.
Nel messaggio del 25 Giugno 2002 la Madonna ha detto che Medjugorje è un luogo santo e ci ha voluto dire che dobbiamo esserne consapevoli. Infatti noi ci smarriamo, e diventa normale che Lei appaia. Credo che le generazioni nate negli anni delle apparizioni non siano tanto coscienti della presenza della Madonna e per questo Ella ci esorta affinché, sia noi, che abbiamo accolto i Suoi messaggi fin dall’inizio e che ora siamo più grandi, sia i più giovani, comprendiamo veramente che questo è un luogo santo perché Lei lo ha scelto e perché qui Lei è presente. Perciò vorrei sottolineare e ripetere ancora che la Madonna è qui per convertirci, poiché vede che abbiamo bisogno della conversione. Tu ed io, tutti abbiamo bisogno della conversione giornaliera e per questo la Madonna è qui. Credo che nessuno di noi abbia raggiunto il culmine dell’ideale in cui potrebbe dire: Ho fatto quello che Dio e la Madonna desiderano da me, mi sono convertito. In tutti questi anni la Madonna ci ha voluto dire: Voi non siete ancora abbastanza santi, non vivete ancora la pace piena. E ci sprona affinché ognuno di noi ricominci da capo a vivere ancora più profondamente i suoi messaggi, che significano veramente una nuova vita per noi. Poiché le parole che dice vengono dal cielo, perciò vuole che ne siamo consapevoli.
Per me anche in questo messaggio del 21esimo anniversario la cosa più importante è la CONVERSIONE. Ci sono molti che si sono stancati e si sono fermati. La Madonna ripete e sottolinea ancora oggi che non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo cambiare vita ogni giorno. Proprio questo appello è molto importante per l’attuale crisi spirituale che ognuno di noi può vedere. E’ diventato davvero un grande problema di tutta la Chiesa. Negli ultimi tempi molti Sacerdoti vengono criticati. Una volta la Madonna ha detto: “pregate per i Sacerdoti! Se non pregate, il vostro Sacerdote sarà un miscredente. Se pregate, il vostro Sacerdote sarà Santo”. Dico sempre che dipende tutto da noi, da come ci comportiamo nei confronti dei Sacerdoti, e nello stesso tempo vedo anche che satana attacca i Sacerdoti e proprio loro in modo particolare, perché sa che se non ci sono Sacerdoti, non c’è neanche il Santissimo, che non ci sono i Sacramenti  e la Confessione. Credo che satana sappia come può tentare i Sacerdoti e lo fa. Oggi si studia molta tecnologia per sapere quante più cose possibili, si cerca di avere tutti i Sacerdoti laureati, che studino il più possibile. Ma guardiamo all’esempio di San Francesco, che era contento di poter essere un minore, un frate. Non si sentiva degno di essere Sacerdote, poiché per lui questa era una grande grazia di Dio. Credo che il mondo di oggi vorrebbe che anche il Sacerdote svolgesse semplicemente il suo dovere. Il Sacerdote non viene visto come colui che porta la grazia di Dio per mezzo dei Sacramenti e che ci dona Dio stesso. Un giorno è venuto da me un Sacerdote italiano e mi ha detto: “Marija, io vivo e lavoro in Italia e in questi due anni, da quando vengo a Medjugorje per ascoltare le Confessioni, mi ha colpito molto vedere come la gente senta il forte bisogno di stare insieme al Sacerdote, di parlare con lui, di chiedere consigli e di Confessarsi. Come Sacerdoti oggi non abbiamo più tempo per le persone e quindi loro vanno per altre strade. Cercano conforto e soluzione ai loro problemi nelle arti divinatorie, nella magia e in varie sette… . Qui a Medjugorje ho sentito veramente che dovremmo dedicare più tempo alla gente e che nella Confessione devo essere per loro un grande stimolo e un esempio in tutto”. Questo Sacerdote è grato a Dio per aver scoperto, proprio tramite Medjugorje, che la sua vocazione è solo il Sacerdozio e che egli possiede la grazia di ascoltare le persone e di aiutarle.
Credo che questo sia molto importante perché spesso poniamo il Sacerdote ad un livello umano. Invece la Madonna ci esorta a mettere i Sacerdoti ad un livello “divino”. Il Sacerdote non è solo qualcuno che semplicemente c’è, o che c’è solo perché è nata una Parrocchia, ma c’è in primo luogo per il popolo, per le anime. E perciò la Madonna ci esorta affinché ciascuno di noi preghi per i Sacerdoti. In questo modo li aiutiamo nelle loro difficoltà e nei loro problemi.

Durante le apparizioni la Madonna a volte è preoccupata e ogni espressione del suo volto è per noi segno dal quale possiamo capire molte cose: ad esempio, un segno di rimprovero, un segno di pace, un segno di apprensione, un segno di tristezza. Tutti questi segni ci fanno capire qualcosa, anche se Lei non ce lo dice mai direttamente a parole. Così è stato anche all’inizio delle apparizioni. Quando era triste, sono arrivati con Lei degli angeli che erano ancora più tristi. Quando la Madonna è arrivata contenta, anche gli angeli erano pieni di gioia.
Se viviamo i messaggi della Madonna, avremo sicuramente un grande influsso sulle espressioni del suo volto, sul suo amore, sul suo appello alla pace, e, allo stesso tempo, diventeremo più simili a Lei perché compiremo insieme a Lei la volontà di Dio. Certamente ognuno di noi può farlo e non c’è bisogno di compiere grandi cose, ma tutto questo si manifesta anche nelle piccole cose di ogni giorno.

 (FONTE: Rivista “Medjugorje, un invito alla preghiera”, numero 53, I Trimestre 2003, pagg. 8-10). 

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Messaggio di Medjugorjie del 25 Ottobre 2011

Messaggio  di Medjugorije del 25 ottobre 2011
 
 
 

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"Amatevi L'un L'altro..."

"Amatevi l'un l'altro come Dio ama ciascuno di voi, con un amore intenso e speciale! Siate cortesi l'uno con l'altro: è meglio commettere errori con gentilezza, che fare miracoli con "scortesia".
Gesù è venuto a questo mondo con un unico scopo: portarci la "buona novella", annunciarci che Dio ci ama, che Dio è amore, che ama voi e me. In che modo Gesù ha dimostrato di amarci? Sacrificando la Sua vita.
Dio ci ama di un amore dolce. Ecco quello che Gesù è venuto ad insegnarci: l'amore dolce di Dio. «Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni!» ("Isaia 43,1").
Dobbiamo imparare ad amare senza stancarci. Come fa la lampada a brillare? Grazie al continuo apporto di goccioline d'olio. Che cosa rappresentano le goccioline d'olio nella nostra lampada? Le piccole cose della vita quotidiana: la fedeltà, qualche parola gentile, un pensiero delicato per gli altri, il nostro modo di rimanere in silenzio, di guardare, parlare, agire… Non cercate Gesù lontano da voi stessi; perché non è là fuori, ma in voi. Tenete accesa la lampada e Lo riconoscerete.
Per noi il messaggio di Gesù, «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati!», non deve essere solo una luce, bensì una fiamma che consuma l'egoismo, il quale impedisce la crescita della "santità". Gesù «ci ha amati fino alla fine», fino al limite stesso dell'amore: la Croce. Amare deve essere normale come vivere e respirare, giorno dopo giorno, fino alla morte.
Ho avuto, ed ho tuttora modo, di osservare molte delle debolezze e delle fragilità umane. Dobbiamo imparare a sfruttarle, dobbiamo lavorare per Cristo con un cuore umile, con l'umiltà di Cristo. Lui viene e si serve di noi, per diffondere il Suo amore e la Sua compassione nel mondo, nonostante le nostre debolezze e fragilità.
Cerchiamo di comprendere la dolcezza dell'amore di Dio. Nelle "Scritture", Lui dice: «Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani!» ("Isaia 49,15-16"). Quando vi sentite soli, respinti, malati e dimenticati, non scordate il valore che avete per Lui. Lui vi ama. Dimostrate quell'amore gli uni agli altri, perché in questo consiste l'insegnamento che Gesù è venuto a trasmetterci.
Agli occhi di Dio, abbiamo un immenso valore. Non mi stanco mai di ripetere che Dio ci ama. Dio mi ama dolcemente ed è qualcosa di meraviglioso. Ecco perché dobbiamo armarci di gioia, di coraggio e della convinzione che nulla ci potrà separare dall'amore di Cristo!
È facile amare chi è lontano, ma non sempre è facile amare chi è vicino. È più facile offrire un piatto di riso a un affamato, che alleviare la solitudine e l'angoscia di un amico che non si sente amato.
Voglio che cerchiate i poveri nelle vostre stesse case. È da lì che deve cominciare il vostro amore. Voglio che siate la "buona novella" per coloro che vi circondano. Voglio che vi preoccupiate del vostro vicino. Lo conoscete?
Il vero amore è un sentimento che, sebbene provochi dolore e ci faccia soffrire, ci rende felici. Ecco perché dobbiamo pregare Dio, chiedendogli il coraggio di amare.
Le parole che escono dalla bocca sgorgano dalla ricchezza del cuore. Se avete il cuore pieno di amore, parlerete dell'amore. Voglio che voi tutti riempiate il vostro cuore di grandissimo amore. Non crediate che, per essere vero e caloroso, questo sentimento debba essere straordinario. Non è cosi: quel che è necessario per il nostro amore è il desiderio incessante di amare colui che amiamo.
Migliaia di persone vorrebbero avere quello che abbiamo noi, ma Dio ha deciso di porci dove ci troviamo oggi, affinché condividiamo la gioia insita nell'amore per gli altri. Vuole che ci amiamo gli uni gli altri, che ci doniamo gli uni agli altri, fino a provare dolore. Quel che è importante non è quanto diamo, bensì quanto amore mettiamo nel dare.
Dobbiamo sapere che ognuno di noi è stato creato per fare grandi cose, non solo per essere uno fra tanti, non solo per conseguire lauree o diplomi, per ottenere questo o quel lavoro. Siamo stati creati per amare ed essere amati!"
( MADRE TERESA DI CALCUTTA )

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Vivere i messaggi : Il digiuno

Il digiuno esige una preparazione spirituale,

per non trovarci come le vergini stolte senza olio a perdere un’altra occasione

di crescita spirituale. Non è difficile se facciamo silenzio in noi, se lasciamo la

nostra volontà ai piedi dell’altare e ci lasciamo guidare dalla nostra anima. Essa

sa perfettamente a chi anelare.

Dobbiamo dare una svolta decisiva alla nostra vita in tempo debito; bisogna vivere

i messaggi della Madonna e osare così voli  d’aquila. Maria ci ha dato un percorso ben

tracciato e da percorrere in un modo sicuro. La strada porta a Gesù, alla santità, ce l’ha

segnata con i “5 sassi” che sono i punti certi. Basta uscire dalle proprie sicurezze umane

ed iniziare l’avventura stupenda di una nuova vita.

Per essere testimoni credibili occorre fare esperienza e annunciare ciò che si è vissuto, per cui è necessario vivere il digiuno.

per addentrarsi nel mistero dell’Eucaristia.

È importante digiunare in questo tempo di speciale grazia: «Il mio regno non è

questione di cibo e bevanda» dice Gesù. più del ricevere singole grazie, si riceve il

Quanto dovrebbero far proprie queste parole tutti quei pellegrini che scelgono le migliori

pensioni, quelle al calduccio o dove si mangia bene, facendo tutto per devozione ma

dimenticando il motivo per cui la Madonna è ancora fra noi. Lei ci attira a Medjugorje per

vivere e testimoniare i suoi messaggi. Maria ci dice: “aiutami, ho bisogno di te per attirare quante più anime possibile al mio Cuore e al Cuore di Gesù trafitto d’amore per voi!”.

Il digiuno è offerta di sé, è un donarsi.

È come quando ti trovi davanti al Crocifisso che ti attrae e ti dice: “Aiutami

almeno tu, sono l’Amore non capito”. Allora ogni tuo sacrificio lo unisci al Suo.

Sì, ti costa, ma ti attira e ti eleva a Sé. Ed è davvero gioia, pace, amore nel tuo cuore e nei fratelli che hanno condiviso con te l’esperienza. Lo si legge nei loro occhi che

brillano di luce.

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Lettera ad "un fratello marocchino"

Lettera al "Fratello marocchino".


Perdonami se ti chiamo così, anche se col Marocco non hai nulla da spartire. Ma tu sai che qui da noi, verniciandolo di disprezzo, diamo il nome di marocchino a tutti gli infelici come te, che vanno in giro per le strade, coperti di stuoie e di tappeti, lanciando ogni tanto quel grido, non si sa bene se di richiamo o di sofferenza: tapis!
La gente non conosce nulla della tua terra. Poco le importa se sei della Somalia o dell'Eritrea, dell'Etiopia o di Capo Verde. A che serve? Il mondo ti è indifferente.
Dimmi marocchino. Ma sotto quella pelle scura hai un'anima pure tu? Quando rannicchiato nella tua macchina consumi un pasto veloce, qualche volta versi anche tu lacrime amare nella scodella? Conti anche tu i soldi la sera come facevano un tempo i nostri emigranti? E a fine mese mandi a casa pure tu i poveri risparmi, immaginandoti la gioia di chi li riceverà? E' viva tua madre? La sera dice anche lei le orazioni per il figlio lontano e invoca Allah, guardando i minareti del villaggio addormentato? Scrivi anche tu lettere d'amore? Dici anche tu alla tua donna che sei stanco, ma che un giorno tornerai e le costruirai un tukul tutto per lei, ai margini del deserto o a ridosso della brugheria?
Mio caro fratello, perdonaci. Anche a nome di tutti gli emigrati clandestini come te, che sono penetrati in Italia, con le astuzie della disperazione, e ora sopravvivono adattandosi ai lavori più umili. Sfruttati, sottopagati, ricattati, sono costretti al silenzio sotto la minaccia di improvvise denunce, che farebbero immediatamente scattare il "foglio di via" obbligatorio.
Perdonaci, fratello marocchino, se noi cristiani non ti diamo neppure l'ospitalità della soglia. Se nei giorni di festa, non ti abbiamo braccato per condurti a mensa con noi. Se a mezzogiorno ti abbiamo lasciato sulla piazza, deserta dopo la fiera, a mangiare in solitudine le olive nere della tua miseria.
Perdona soprattutto me che non ti ho fermato per chiederti come stai. Se leggi fedelmente il Corano. Se osservi scrupolosamente le norme di Maometto. Se hai bisogno di un luogo dove poter riassaporare, con i tuoi fratelli di fede e di sventura, i silenzi misteriosi della tua moschea. Perdonaci, fratello marocchino. Un giorno, quando nel cielo incontreremo il nostro Dio, questo infaticabile viandante sulle strade della terra, ci accorgeremo con sorpresa che egli ha... il colore della tua pelle.
Don Tonino Bello (Alessano 1935-Molfetta 1993)Vescovo di Molfetta, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo.

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MESSAGGIO DI MEDJUGORJIE DEL 2 OTTOBRE 2011

Messaggio del 2 ottobre 2011 ( Mirjana ) 

Cari figli, anche oggi il mio Cuore materno vi invita alla preghiera, ad un vostro rapporto personale con Dio Padre, alla gioia della preghiera in Lui. Dio Padre non vi è lontano e non vi è sconosciuto. Egli vi si è mostrato per mezzo di mio Figlio e vi ha donato la vita, che è mio Figlio. Perciò, figli miei, non fatevi vincere dalle prove che vogliono separarvi da Dio Padre. Pregate! Non cercate di avere famiglie e società senza di Lui. Pregate! Pregate affinché la bontà che viene solo da mio Figlio, che è la vera bontà, inondi i vostri cuori. Solo cuori pieni di bontà possono comprendere ed accogliere Dio Padre. Io continuerò a guidarvi. In modo particolare vi prego di non giudicare i vostri pastori. Figli miei, dimenticate forse che Dio Padre li ha chiamati? Pregate! Vi ringrazio.

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