UNA SUORA CATTOLICA EX SATANISTA RACCONTA I DETTAGLI DEI RITI DI HALLOWEEN
Scrive "Michela", ex satanista ora suora consacrata dopo numerosissimi esorcismi e un viaggio decisivo a Medjugorje:
"Tra fine ottobre e inizio novembre, ossia nelle notti recedenti Halloween (31 ottobre) e la memoria dei Defunti (2 novembre), c'era poi l'unico appuntamento in un cimitero, dove profanavamo delle tombe e ne rubavamo le ossa, facendo uno specifico rituale che alla fine le distruggeva.
Qualche volta mi è anche capitato di partecipare a un rito in una struttura che sembrava una piccola chiesa. Recentemente ne ho avuto una spiegazione, leggendo la denuncia dell'esperto padre Francesco Bamonte: «Nel corso delle vendite di varie cappelle non più utilizzate per il culto, è accaduto che qualcuna di esse sia stata acquistata proprio da individui che, nascondendo la loro appartenenza a gruppi di satanisti, le hanno poi utilizzate (e utilizzano tutt'ora!) per i loro riti nefandi».
Un "anno liturgico" al contrario
"Dopo la conversione mi ha colpito quanto i satanisti conoscessero tutte le feste della Chiesa e come fossero riusciti a elaborare dei riti che si ponevano in diretta ed evidente opposizione alla liturgia cattolica. Il primo esempio è ovviamente la messa nera, che veniva celebrata in tutti gli appuntamenti e che si concludeva sempre con il sacrilegio dell'ostia consacrata. In contrapposizione alla sacralità dell'altare ecclesiastico, noi "consacravamo" il luogo della cerimonia disegnando, dinanzi all'altare, il «pentacolo»: la stella a cinque punte contornata dal cerchio. Il simbolo veniva realizzato spargendo per terra una polvere di colore nero o rosso. I riti si svolgevano ogni sabato, per dissacrare la domenica, ma anche nelle vigilie di numerose feste cattoliche.
Numerose feste di santi erano momenti fortissimi della nostra anti-liturgia, come accadeva per esempio nella vigilia dei santi Pietro e Paolo e in quelle degli altri apostoli. Particolare accanimento c'era nelle vigilie di quelli che in vita erano stati più attivi nella lotta contro il demonio. Gemma Galgani si trovava in primissima posizione, e insieme con lei veniva attaccata anche la Congregazione passionista. Lo stesso accadeva con Francesco d'Assisi e la Famiglia francescana e con Benedetto da Norcia e la Famiglia benedettina. Quest'ultimo santo era odiato specificamente a motivo della nota medaglia-croce a luiintitolata, che porta incise alcune sigle esorcistiche: N.D.S.M.D. {Non draco sit mihi dux - Non sia il demonio il mio capo); V.R.S.N.S.M. V. (Vade retro, Satana; numquam suade mihi vana - Allontanati, Satana; non mi indurre in cose vane); S.M.Q.L.I.V.B. (Sunt moia quaelibas; ipsevenena bi-has - Sono cattive le tue bevande; bevi tu stesso i tuoi veleni). Secondo la tradizione devozionale, tramandata nei testi benedettini, la medaglia-croce «scaccia dai corpi umani ogni malefìcio, legatura e qualunque opera diabolica; in qualsivoglia luogo dove è collocata non vi si può accostare persona malefica; rende sicuri gli uomini vessati dall'astuzia e malizia del demonio; è un'arma potentissima contro ogni tentazione, principalmente per conservarsi la purezza del cuore e della mente». I santi venivano osteggiati in quanto erano persone che avevano suscitato avversione in Satana. Insieme con loro si attaccavano anche i devoti. Un esempio è padre Pio, che alla metà degli anni Novanta non era ancora beato (lo sarà nel 1999, e santo nel 2002). Contro di lui si diceva di tutto: si potrebbe affermare che i satanisti lo avevano canonizzato prima dei cattolici, o comunque erano convinti in anticipo della sua santità, ben prima che venisse proclamata ufficialmente dalla Chiesa. C'era inoltre una precisa ritualità contro i suoi «figli spirituali» e contro tutti i suoi devoti, associati ai Gruppi di preghiera: venivano proprio fatte delle maledizioni su di loro e queste espressioni di maledizione potevano durare n'oretta, all'interno della messa nera.
Le "litanie" delle maledizioni
" [...] Al centro di questa particolare attenzione c'erano diversi esorcisti, di cui il Sacerdote di Satana ha l'elenco e le fotografie: l'allora arcivescovo Emmanuel Milingo, il vescovo Andrea Gemma, il defunto padre Candido Amantini, don Gabriele Amorth, padre Matteo La Grua. Ce n'erano altri ancora, dei quali non ricordo più i nomi. Era come una litania dei santi al contrario. Si proclamavano i loro nomi e si lanciavano maledizioni: «Che tu non possa più esercitare», «Che ti colga una malattia mortale»... Insomma "gliele tiravamo", come si dice a Roma! Per ciascuno di loro il Sacerdote prendeva la foto, la mostrava al semicerchio di adepti e la bruciava nel braciere, guardandola con attenzione. Allo stesso modo venivano trattati i fuoriusciti, quelli che avevano abbandonato la setta. I loro nomi venivano maledetti e io stessa oggi posso testimoniare che qualche effetto si manifesta. La costanza e la fedeltà che gli adepti hanno nella persecuzione degli "ex" sono inesauribili. Ci sono due-tre momenti l'anno un po' più intensi in cui passo delle nottate "animate". Per esempio ho la sensazione che gli ossicini del corpo mi si rompano a uno a uno, come se qualcuno me li spezzasse. Oppure c'è qualche mobile che si sposta da una parte all'altra. E allora mi dico che a me piace ogni tanto modificare la disposizione
dell'arredamento e dunque l'Eterno Padre permette che ciò accada, così da evitare che lo
faccia io col rischio di beccarmi il mal di schiena...
Non venivano risparmiate nemmeno le vittime delle cosiddette "stragi del sabato sera". A un certo punto della messa nera c'era un confratello che passava al Sacerdote una lista con i nomi delle persone che erano morte in tutta Italia a causa di incidenti stradali nel sabato precedente. Lui le leggeva e a ogni nome c'era un boato da parte nostra. Sembrerà assurdo, ma noi sentivamo un moto d'orgoglio, perché consideravamo quei giovani - dei quali la maggior parte era morta sotto l'effetto di droga come dannati, in quanto ci sembrava difficile che la loro anima fosse andata in paradiso. Per i satanisti sono infatti seguaci impliciti del demonio anche tutti quelli che decidono volontariamente di distruggersi mediante la droga, oppure quelli che mercificano il proprio corpo attraverso i rapporti sessuali. Ogni sabato notte consacravamo in modo indiretto tutti costoro e in particolare offrivamo a Satana i giovani che sarebbero morti durante quelle ore. Era insomma come un rituale in due tempi. Nella prima parte venivano proclamati i nomi di quelli morti il sabato sera precedente. Si sentivano cognomi di regioni diverse, mediamente da tre-quattro fino a una decina, e non c'è mai stata una circostanza nella quale non ci fosse almeno un nome. Nella seconda parte venivano invece consacrate tutte le persone che sarebbero morte quella notte dopo la discoteca, sotto l'effetto di droga e alcol. Non si trattava di una maledizione generica, ma di una vera e propria sequenza specifica. A ripensarci oggi, mi risulta sconvolgente che - come i cattolici affidano le anime dei morenti a Dio - così noi affidavamo quelle anime a Satana."
Fonte esatta: (estratto dal libro autobiografico) "MICHELA,FUGGITA DA SATANA. La mia lotta per scappare dall'Inferno" Edizioni PIEMME (Una storia vera) - iosonoamore.altervista.org/halloween/
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