L'ADORAZIONE PURA DEGLI ESSERI SPIRITUALI


La natura di Dio è infatti infinitamen­te gloriosa, e a ogni creatura che ne ha percepito la gloria diventa impossibile cessare di lodarla, fosse pure anche per un solo istante.
Allora hai accesso alla preghiera di adorazione degli es­seri spirituali...

"Il Signore sarà con voi, se voi sarete con lui; se lo ricercherete, si lascerà trovare da voi, ma se lo abbandonerete, vi abbandonerà" (2Cr 15,2).

"Di questo il Signore ha parlato quando ha detto: A chi si avvicina a me mi mostrerò santo” (Lv 10,3).

"Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Gv 14,2 1).

Perciò, quando il tuo cuore si interessa delle qualità trascendenti di Dio e si avvicina a lui mediante la preghiera, tu cominci a gustare il sa­pore divino.
Ogni volta che ti viene rivelata una nuova qualità divina, ne ricevi qualcosa; perché Dio non ti si manifesta attraverso una conoscen­za teorica, bensì attraverso la comunicazione mi­steriosa di una potenza divina.
Durante la preghiera Dio libera il tuo cuore dal fitto velo della ragione umana e ti rivela il suo disegno, l'economia secondo la quale egli guida la creazione intera e la tua stessa vita at­traverso i vari avvenimenti e il succedersi degli anni. Ne riceverai allora una chiara percezione delle qualità di Dio, ma mediante un'intuizione interiore accompagnata da una comunicazione di potenza. Allora tu gusti Dio e lo assapori, co­sì come puoi assaporare un favo di miele.
Se il miele, che pur è deperibile, ha la pro­prietà di rianimare il corpo, quanto più Dio non infiammerà il tuo essere interiore? Sentirai allo­ra il fuoco di Dio ardere in te, ora per purificar­ti, ora per consolarti e rallegrarti, ora per susci­tare in te un desiderio ardente del regno, ora per spingerti all'azione e al dono di te stesso.
Ma, quali che siano i sentimenti suscitati in te dal fuoco divino, la tua preghiera, in virtù dell'e­sperienza che ne hai fatto, si innalza sempre a un grado supremo di lode e di glorificazione delle qualità indicibili di Dio. Né la lingua, né l'intelligenza, né il corpo si stancano di lodare e di esaltare il Nome di Dio e le sue qualità.
Que­sta preghiera infuocata che non fa altro che lo­dare e glorificare le virtù divine è simile alla preghiera dei cherubini. Sta scritto che i cheru­bini sono "pieni di occhi" (Ez 10,12), come se­gno della contemplazione intensissima con cui essi percepiscono la natura di Dio. Ma tale per­cezione della natura divina non si opera in essi mediante la ragione, su un piano teorico, bensì attraverso una comunicazione di potenza. Per­ciò è ugualmente detto che essi sono "ardenti come torce" (Ez 1, 13), per significare che sono vivamente influenzati dalla natura di Dio. La re­lazione fra le due espressioni: "pieni di occhi" e "ardenti come torce" è una relazione fondamen­tale nella creazione spirituale, poiché la chia­ra percezione di Dio nella preghiera conduce necessariamente a una certa partecipazione alla natura di fuoco di Dio.

"Il nostro Dio è un fuoco divoratore" (Eb 12,29). "Egli fa i suoi angeli pari ai venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco " (Eb 1,7).

Sappiamo, d'altronde, che la preghiera dei cherubini e dei serafini consiste nel proclamare incessantemente, con voce infaticabile e con labbra che non si stancano mai, la lode e la glo­ria di Dio: "Santo, santo, santo..." (cf. Is 6,3; Ap 4,8). La natura di Dio è infatti infinitamen­te gloriosa, e a ogni creatura che ne ha percepito la gloria diventa impossibile cessare di lodarla, fosse pure anche per un solo istante.
Perciò, quando nella preghiera rivolgi a più riprese lo sguardo con amore verso il volto di Gesù Cristo, senza avere altro intento che quello di amare Dio e di rendere a lui gloria, allora la tua anima si trova liberata dal fitto velo della ra­gione, e tu afferri la gloria della natura divina in Cristo. “Dio rifulse nei nostri cuori, per far ri­splendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2Cor 4,6). Allora hai accesso alla preghiera di adorazione degli es­seri spirituali...
E’ così che, durante la preghiera di contem­plazione di Cristo, Dio ti dà innumerevoli occhi di cherubino perché "risplenda nel tuo cuore la conoscenza della gloria di Dio".
"Allora il tuo cuore si trova così infiammato dal fuoco divino che tu diventi incapace, in quelle ore benedette, di fare altra cosa che non sia quella di glorificare Dio senza interruzione..."

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